sabato 30 aprile 2011

Carne salada con gelatina di vino rosso

 

Continuo con le ricette del menù peonia, anche se ormai Pasqua è passata... questa che vi vengo a proporre è di una facilità estrema! Si tratta di un semplice piatto di carne salada del Trentino, accompagnata da dei cubi di gelatina di vino rosso dal profumo fruttato (con un “aiutino”).

Ingredienti per la gelatina: gelatina in fogli o in polvere, vino rosso 250 g, succo di frutta scuro e limpido (succo d’uva nera, succo di ciliegia o succo di mirtilli rossi a vostra scelta) g 250, zucchero g 50, zenzero fresco un pezzetto (facoltativo). Per la quantità di gelatina leggete le istruzioni: deve bastare per ½ l di liquido!

Per la carne: carne salada del Trentino affettata, olio d’oliva, succo di limone.


Per la gelatina procedete come da istruzioni, ricordadovi di far bollire brevemente il vino con lo zucchero e lo zenzero prima di usarlo, per far evaporare l’alcool. Togliete lo zenzero. La gelatina potete aggiungerla al vino caldo; mescolate con cura e poi unite il succo di frutta. Versate la gelatina in un contenitore, scegliendolo abbastanza capiente perché risulti di 1 o 2 cm di spessore. Ponete in frigorifero a rapprendere.

Dopo qualche ora, quando la gelatina sarà rappresa, potrete comporre il piatto da portare in tavola. Rovesciate la gelatina e tagliatela in quadrati, che disporrete poi su un piatto accanto alla carne salada. Sulla carne distrubuite poi qualche cucchiaio di vinagrette, fatta con olio d’oliva e succo di limone (il sale non serve). Tutto qui! Facile (una volta tanto), ma fresco e invitante!

Nisetta

venerdì 29 aprile 2011

Pere, cioccolato e cannella!

Spesso oltre alle verdure i commensali difficili (tipo il FOM, giusto per non fare nomi) snobbano anche alcuni tipi di frutta, un po' per pigrizia (sbucciare la frutta è faticoso!), un po' perché non la ritengono abbastanza golosa.
Così, come sempre, bisogna industriarsi per camuffare e rendere il tutto più appetibile.
Eccovi quindi una velocissima ricetta che vi permetterà di smaltire un po' del cioccolato delle uova di Pasqua e di rendere appetitose persino delle banalissime pere cotte.



Ingredienti: Una grande pera tipo Abate, qualche pezzo di cioccolato fondente, un piccolo tronchetto di cannella, una manciata di cannella in polvere, dello zucchero a velo.

Procedimento: Per prima cosa sbucciate la pera con un pela-patate in modo da togliere solo lo strato esterno della buccia, tagliatela a metà e poi con la punta del coltello togliete i semi centrali. Mettete quindi a bollire dell'acqua in un pentolino insieme al tronchetto di cannella e quindi sbollentatevi dentro per qualche minuto la pera in modo da cuocerla senza però farla spappolare. Scolate quindi per bene la pera e poi tagliatela a fettine.
Nel frattempo in un altro pentolino fate sciogliere a bagnomaria il cioccolato fondente.

Quando il cioccolato sarà ben fuso disponete in un piatto le fettine di pera, spolveratele con una manciata di cannella in polvere e poi con un cucchiaino versate sopra il cioccolato fuso formando delle linee sottili.

Infine spolverate con un po' di zucchero a velo.
Se le servite subito ben calde il cioccolato rimarrà morbido come una crema per qualche minuto, se invece preferite mangiarle tiepide (o adddirittura fredde), il cioccolato in breve tempo si solidificherà tornando croccante creando così un bel contrasto con la pera cotta che invece è tenera.

Zagara

giovedì 28 aprile 2011

Pasta frolla per crostata e per tante altre cose...



Come promesso, ecco una ricetta di frolla per tutte le necessità. Qui l’ho poi utilizzata per una classicissima crostata, come potete ben vedere dalle fotografie.

Premetto subito che non è l’unica ricetta di frolla possibile! Ci possono essere più o meno burro, più o meno uova... se però ci mettete il lievito NON è più pasta frolla, ma diventa un’altra cosa.

Ingredienti per una “dose” (basta per una teglia di circa 22 cm): farina g 200, burro g 120, zucchero g 100, tuorli n. 1, una buccia di limone grattuggiata

Tagliate il burro a pezzettini, lasciatelo ammorbidire un poco a temperatura ambiente (NON fondetelo) e impastatelo con la farina. Aggiungere zucchero, gli aromi e uova. Se risultasse impossibile da compattare (cioè totalmente in briciole) unite qualche cucchiaio d’acqua o di vino bianco. Formate un “panetto”, copritelo di pellicola alimentare e lasciatelo riposare in frigorifero alcune ore... oppure surgelatelo per quando avrete voglia di farvi una bella crostata! Perché la frolla riesca l’importante è che resti sempre fredda, per cui val la pena di mettere la torta cruda in frigorifero per qualche tempo prima di infornarla!

Se avete voglia adesso di crostata... ecco qualche suggerimento. Accertatevi che la pasta sia di quantità bastante per la vostra teglia preferita. Per una teglia di 24 cm di diametro servono una dose e mezza.








Aiutandovi con un poco di farina perché non si attacchi, stendete col matterello metà della pasta fino a raggiungere uno spessore di 4 o 5 mm. Posate la teglia sulla pasta e ritagliate un disco più largo di 1 cm circa, così da avere anche i bordi. Per fare questa operazione potete appoggiare la pasta su della pellicola alimentare: vi aiuterà a girarla a maneggiarla. Foderate la teglia di carta da forno (oppure potete ungerla di burro e spolverarla poi di farina) e adagiatevi il disco di pasta, premendo con le dita per far ben aderire i bordi. Ricordatevi adesso di togliere la pellicola!

Con una forchetta bucate la pasta qua e là: servità a evitare che “faccia le onde” cuocendo. Distribuite poi la vostra marmellata preferita, formando uno strato sottile (se ne mettete troppa la pasta si bagna, poi le fette si rompono ecc. ecc.). NON metteteci la nutella; se volete la crostata con la nutella cuocetela piena di fagioli secchi e farcitela poi quando è già cotta (dopo aver tolto i fagioli ovviamente).

Completate la crostata con la pasta rimasta. Io qui ho creato la tradizionale griglia, ma ho poi aggiunto delle palline di pasta che mi era avanzata. Se volete per redere più colorata la crostata potete spennellarla (con un pennello vero e proprio) di latte (dà un poco di colore), oppure di albume (da un colore un po’ più biscottato) o di tuorlo (effetto dorato totale!). Infornate a 180° per una mezz’ora.

mercoledì 27 aprile 2011

Crema di cetrioli e latte di kéfir con una spolverata di cumino

Dopo tutto il cioccolato che avrete (ho) mangiato in questi giorni, ho pensato fosse il caso di presentarvi (per una volta, eh, non vi abituate) una ricetta leggera, così, giusto per prendere fiato e poter poi ricominciare ad abbuffarci di dolci...

Eccovi quindi una crema di cetrioli dall'atmosfera un po' mediorientale, facilissima da preparare e che potrete gustare con un po' di pane arabo tipo khobez o delle croccanti fette di pane casereccio.



Procedimento: sbucciate e poi tagliate a dadini un cetriolo, riponetelo in una ciotola e poi aggiungete mezzo spicchio d'aglio tagliato sottilmente (se non vi piace l'aglio crudo mettetene ancora meno, perché si sente molto).



Passate quindi tutto con il minipimer e quando il cetriolo si sarà ridotto in purea aggiungete mezzo bicchiere di latte di kéfir (o in alternativa, se proprio non l'avete, dello yogurt bianco non zuccherato).

Quindi aggiustate di sale, aggiungete un cucchiaio colmo di pangrattato (o meglio mollica di pane secca sbriciolata), spolverate con un cucchiaino di cumino e infine mescolate per bene.



Servite ben fredda accompagnata con del pane caldo o stuzzichini di pastasfoglia. E' perfetta nei buffet o come intermezzo rinfrescante fra un piatto e l'altro per stimolare l'appetito!

martedì 26 aprile 2011

Asparagi bianchi alla pancetta

Chiedo venia... nello scrivere il menù sono andata a memoria e ho confuso una ricetta medievale (asparagi allo zafferano) con questa che ora vi propongo! Non mi ricordo dove l’ho presa (non è mia) e sono abbastanza sicura che c’è ANCHE  in un ricettario antico, solo che non ho ritrovato in quale! In ogni caso è una ricetta semplice e abbastanza conosciuta, ma che qui ci permette di restare fedeli ai nostri colori: bianchi, rosa e violetti!!!!

Ingredienti: asparagi bianchi, pancetta in fette sottili.

Non servono né sale né condimenti: c’è già tutto nella pancetta! Lessate o cuocete a vapore brevemente gli asparagi, facendo attenzione che non diventino troppo molli. Scolateli e lasciateli raffreddare. Avvolgeteli a uno a uno in un pezzetto di pancetta e poneteli allineti in una padella antiaderente larga. Accendete il fuoco sotto la padella e lasciate rosolare dolcemente, girandoli dopo poco perché anche l’altro lato si colori. Serviteli caldi su un piatto di portata.

lunedì 25 aprile 2011

Sartù di riso ripieno di polpettine di "agnello felice"

Ed ecco a voi il pezzo forte del menù per il pic-nic del Lunedì dell'Angelo...
Sartù di riso con ragù e polpettine di "agnello felice"

La ricetta che vi propongo è una mia personale rivisitazione vegetariana della più classica ricetta napoletana che invece prevede l'impego di ragù e polpette di carne.
Di per sè è un piatto un po' lungo da preparare, ma nel complesso abbastanza semplice e dall'aspetto molto gradevole. Una volta pronto, potrete serivirlo in tavola come se fosse una torta che, tagliata a fette, mostrerà il suo contenuto nascosto di golose polpettine e strati di formaggio e ragù. E' buono sia caldo che tiepido e questo permette di poterlo mangiare anche fuori casa durante un bel pic-nic all'aperto così come vi ho proposto nel menù.

Dosi per 4 persone: 300 gr. di riso, una trentina di polpettine di melanzane (molto piccole), 1 litro di passata rustica di pomodoro, 1 cipolla, olio extravergine d'oliva, basilico, una melanzana, un po' di vino rosso, due tuorli d'uovo, parmigiano grattugiato, un uovo sodo, una mozzarella fiordilatte.

Procedimento: Sbucciate e tagliate a dadini piccoli la melanzana e poi salatela e mettetela sotto una pressa (potete usare uno scolapasta come ciotola e un piatto con sopra un peso di un kilo come pressa) per circa un'ora. Quando i dadini di melanzana sono pronti, strizzateli e friggeteli in olio abbondante. Quindi mettete a soffriggere mezza cipolla in una padella dai bordi alti e quando è dorata aggiungete la salsa di pomodoro con qualche foglia di basilico e un po' di sale e qualche minuto dopo i tocchetti di melanzane fritte. Fate cuocere il tutto per circa un'ora, nel caso il sugo si asciughi troppo aggiungete dell'acqua.
Mentre il sugo si cuoce preparate con il riso un risotto che abbia come base la mezza cipolla rimasta, sfumato con un po' di vino rosso. Quando il riso è cotto più o meno al dente aggiungete i due tuorli d'uovo, qualche cucchiaiata di parmigiano grattuggiato e circa metà del ragù di melanzane. Mescolate per bene facendo asciugare il sugo. Quindi prendente una teglia rotonda di circa 22 cm di diametro e dai bordi molto alti e dopo averla ricoperta di carta da forno iniziate a versarvi dentro metà del riso disponendolo sul fondo della teglia e sui bordi come se fosse un nido.


A questo punto iniziate a riempire il vostro sarù con i vari strati iniziando con uno strato di ragù, poi uno di polpette, quindi uno di mozzarella tagliata a fettine e infine uovo sodo e poi di nuovo ragù.


Ricoprite il tutto con tutto il riso rimasto in modo da chiuderlo e poi cuocete in forno a 200 gradi per almeno quaranta minuti.

Quando è pronto aspettate che si sia raffreddato un poco quindi capolgetelo su un piatto come una torta e servitelo tagliando a fette. Se lo dovete trasportare non giratelo se non al momento di mangiarlo, in questo modo si conserverà tiepido.

sabato 23 aprile 2011

Cudduraci (ciambelle pasquali con uova sode)

Pasqua non è veramente Pasqua senza le tipiche ciambelle con le uova... almeno per me ovviamente!
D'altra parte questa tradizione tipicamente calabrese, ma diffusa in buona parte del meridione, ha origini antiche come la simbologia che lega, come risaputo, le uova alla rinascita primaverile.
E in verità di ricette per fare le ciambelle pasquali ne esistono un'infinità, così come infiniti sono i nomi che queste assumono a seconda dell'impasto e della zona geografica in cui vengono preparate, Campanari, Cuculi, Cuzupe, Ninni...
Fra tutta questa varietà ho scelto di presentarvi una delle possibili ricette per fare i Cudduraci, nome assunto da questo dolce nella zona del regino, dove tradizionalmente tali ciambelle venivano scambiate tra i fidanzati (e preparate per questo a forma di cuore e con tantissime uova) come simbolo di amore e prosperità.  Oggi la tradizione di scambiarle tra fidanzati si è persa, ma quella di mangiarle durante la scampagnata del Lunedì di Pasqua è rimasta così come proposto nel menù che vi ho presentato.


Cudduraci!

Dosi: 1, 200 gr di farina, 200 gr. di burro, 400 gr. di zucchero, 6 uova, 8 uova sode, 1 bustina di ammoniaca, 2 bustine di vanillina, la buccia grattugiata di un limone, qualche dito di vino dolce.

Procedimento: Lavorare i tuorli con lo zucchero fin quando saranno ben montati e quindi aggiungere il burro dopo averlo ammorbidito bene. A parte montate a neve ferma la metà degli albumi. Quindi aggiungete al composto di uova, burro e zucchero anche la farina setacciata insieme alla vanillina, la buccia del limone, gli albumi montati, il vino e infine l'ammoniaca sciolta in due dita di latte tiepido. Mescolate quindi il tutto fin quando non ricaverete una palla di pasta morbida ed omogenea e quindi lavoratela ricavando dei cestini, dei cuori o delle ciambelle in cui riporrete al centro le uova sode bloccandole con una strisciolina di basta. Decoratele spennellandole con gli albumi rimasti e delle codette di zucchero colorate e quindi deponetele su una placca da forno coperta da carta facendo attenzione a che siano bene distanziate perchè cuocendo aumenteranno di volume.
Fate quindi cuocere per circa venti minuti in forno a 180 gradi.

Si conservano per qualche giorno se riposte in barattoli chiusi ermeticamente o scatole di metallo.

venerdì 22 aprile 2011

Insalata tiepida di melanzana con crema rosa al pecorino


Ecco uno dei piatti della “seconda tavola” del pranzo pasquale ispirato ai colori delle peonie. Non lasciatevi ingannare dall’aspetto: NON è dolce, anzi! Potrebbe essere considerato un piacevole contorno, ma credo che molti lo vedrebbero bene come antipasto. Dato che io non sto seguendo l’ordine canonico del pasto, mi permetto di presentarlo come sfiziosità, accanto al piatto principale caldo (che è di riso, in proposito vi rimando al menù).

Per la crema rosa al pecorino:

Ingredienti: latte di capra* g 500, pecorino grattugiato g 200, uova 3, fecola g 80, noce moscata 1/3 di cucchiaino, barbabietola rossa 50 g (va bene anche solo 3 cucchiai di succo). *potete sostituirlo col latte di mucca se preferite.

Tagliate a pezzetti la barbabietola e mettetela a bollire con il latte. La barbabietola serve unicamente a dare il colore. Nel frattempo a parte mescolate le uova con la fecola e la noce moscata. Quando il latte accenna a bollire, filtratelo con un colino e versatelo nel composto di uova, mescolando energicamente. Ponete il tutto di nuovo nella pentola e posizionate sul fuoco, mescolando finché bolle e si addensa. A quel punto togliete dal fuoco e unite tutto il formaggio, amalgamando accuratamente. Versate il composto in una ciotola, copritelo con della pellicola e lasciatelo raffreddare, per trasferirlo infine in frigorifero.

Per l’insalata di melanzane: 2 belle melanzane rotonde (hanno meno buccia), 2 spicchi d’aglio, olio d’oliva, sale.
Togliete la pelle alle melanzane e tagliatele a tocchetti. Nel frattempo schiacciate leggermente gli spicchi d’aglio e metteteli a rosolare con 4 o 5 cucchiai d’olio, in un’ampia pentola antiaderente. Unite anche le melanzane. L’olio all’inizio sembrerà non bastare, ma man mano che le melanzane rilasciano acqua vedrete che la situazione migliorerà. Cuocete a fiamma abbastanza vivace, senza coperchio, mescolando spesso. Salate verso fine cottura. Le melanzane devono risultare cotte, tenere, ma ancora consistenti e per ottenerle così è importante non aggiungere liquidi!
Presentazione del piatto: su un vassoio o un ampio piatto disponete le melanzane al centro, circondandole di chenelle (cioè “cucchiaiate con una bella forma regolare”) di crema, cercando di formare un fiore stilizzato. Le melanzane dovrebbero essere tiepide e la crema fresca di frigorifero.

giovedì 21 aprile 2011

Un pic-nic vegetariano per il Lunedì dell'Angelo...

Anch'io, come Nisetta, ho deciso di proporvi un menù pasquale... e visto che lei ha deciso di fare l'anticonformista proponendo qualcosa di inusuale, io dal canto mio vi propongo invece qualcosa di tradizionalissimo... qualcosa di così tradizionale, da diventare quasi innovativo, come spesso accade alle tradizioni gastronomiche della vita di campagna che si stanno perdendo.

Per cui eccovi un bel menù per organizzare un pic-nic (rigorosamente vegetariano ovviamente) per la classica scampagnata del Lunedì dell'Angelo.

p.s. neanche qui troverete pulcini gialli, ma almeno qualche ovetto sì...

Ovviamente la prima cosa che occorre per un pic-nic che sia degno di questo nome è un bel prato fiorito e l'ombra di un grosso albero dove sistemare un plaid a quadratoni che sarà la nostra tavola per questa giornata...
Trovata la sistemazione migliore, non ci resta che tirar fuori dal nostro bel cestino di vimini le leccornie che avremo preparato nei giorni precedenti:


Pic-nic vegetariano


Per iniziare  e stimolare l'appetito

- Fave e piselli freschi da mangiare rigorosamente crudi per cui quando li comprate assicuratevi che siano veramente teneri.
- Delle belle fette di pane casereccio da mangiare con del buon formaggio di pecora stagionato.

Per riempirsi per bene e diventar satolli

Simil- quiche agli agretti
- Sartù di riso ripieno di polpettine di agnello felice, dev'essere tiepido per cui trasportatelo quando è ancora caldo in una borsa termica o avvolto in una coperta di lana
Similfocaccia ripiena di pomodori secchi e caciotta affumicata
- Uova sode infornate dei Cudduraci

E per finire... dopo aver fatto un bel sonnellino digestivo....

Pittepie
- Cudduraci
e ovviamente.... tanta cioccolata delle uova di pasqua!

Il tutto annaffiato di acqua fresca e buon vino rosso.

Alcuni di questi piatti li conoscete già, altri ve li posterò nei prossimi giorni!

mercoledì 20 aprile 2011

Torta Peonia Rosa


Una torta che sembra la corolla di un pallido fiore, ma che al taglio rivela una farcitura di un rosa intenso: densa crema di ricotta e fragole. Questa ricetta viene dal mio repertorio personale ed in effetti lo considero un mio “piccolo classico”. Per chi mi conosce ... è inconfondibile! ve la propongo come dessert per il pranzo pasquale delle peonie.

Pasta frolla* circa g 500, ricotta freschissima (io la preferisco di pecora) g 500, fragole g 500, zucchero semolato g 200, zucchero a velo qb, fecola g 40, mandorle spellate g 50

Lavate e tagliate le fragole. Versatele in una pentola con lo zucchero semolato e ponete sul fuoco a cuocere. Quando le fragole sono cotte e lo zucchero ha formato uno sciroppo succoso, spegnete la fiamma.

Intanto con circa metà della pasta foderate una teglia da torta, che avrete rivestito di carta da forno per impedire che si attacchi. Una teglia ad anello di 25 cm di diametro andrà benissimo.

Separate le fragole dal loro sciroppo e frullate lo sciroppo con le mandorle. Unite alla ricotta e mescolate bene, aggiungendo anche la fecola. Versate 2/3 della crema ottenuta nel guscio di pasta e distribuitevi sopra le fragole. Coprite poi delicatamente le fragole con la crema rimasta.

Per completare la torta con il suo disegno classico si devono tirare (col matterello) dei pezzi sottili e irregolari di pasta frolla, che andranno poi disposti in modo da formare i giri di petali della corolla di un fiore, partendo dal bordo della torta e procedendo verso l’interno.

Spolverare leggermente di zucchero a velo e infornare a 170° per un’ora circa. La temperatura è bassa perché la torta dovrebbe cuocere senza colorarsi, ma restando bianca.

*per la pasta frolla vi darò prossimamente una ricetta che potete usare per tante cose. Non la scrivo subito per non rendere troppo lungo questo testo.

martedì 19 aprile 2011

Le Pie del venerdì santo

Tradizionalmente la settimana prima di Pasqua era l'ultima settimana di magro e, in modo particolare, il venerdì santo era giorno di magro strettissimo in cui oltre alla carne si evitavano anche le uova e i grassi di origine animale. Così l'ingegno delle donne in cucina si dava da fare per elaborare dei piatti privi di questi alimenti, ma non per questo meno gustosi, come ad esempio le Pie del venerdì santo, dolce senza uova e burro, preparato nella zona del vibonese durante la settimana santa.



Eccovi quindi la ricetta per assaporare anche voi questo dolce dalle origini antiche, ma vegano nella sua stessa costituzione.

Dosi:
Per la pasta - 400 ml di vino tipo zibibbo, 200 ml d'olio d'oliva extravergine, 1 kg di farina di grano duro.
Per il ripieno: (1 tipo) marmellata d'uva che avrete avuto l'accortezza di preparare in autunno;
(2 tipo) 500 gr. di uva sultanina, mandorle spellate e tostate, vino cotto (mosto cotto).

Procedimento: Impastate olio, vino e farina fino ad ottenere una palla di pasta compatta.



Lasciate riposare la pasta una decina di minuti e intanto preparate il ripieno della seconda variante. Tritate finemente l'uvetta dopo averla fatta rinvenire in poca acqua bollente e averla scolata, quindi aggiungete una tazzina di mosto cotto e le mandorle tagliate a pezzetti.

Stendete la pasta in una sfoglia sottile e ritagliate dei dischi con un piattino da caffè.
Per il primo tipo di pie alla marmellata d'uva, ritagliate due dischi identici, mettete una cucchiaiata di marmellata sul primo disco e poi copritela con il secondo chiudendo bene i bordi facendo pressione con le dita e poi rivoltandoli. Bucherellate la superficie con una forchetta e poi infornate a 200 gradi per 15 minuti circa. Attenzione a non mettere troppo ripieno e a non bucherellare troppo o durante la cottura la marmellata esce di fuori e la pia si svuota.



Per il secondo tipo di ripieno invece ritagliate un solo disco, adagiate due cucchiai di ripieno e poi richiudete la pia come se fosse una crostatina ricoprendola con tante striscioline di pasta.



Servite fredde. Si mantengono buone per alcune settimane se le conservate in una scatola di latta.

lunedì 18 aprile 2011

Insalata d’orzo candida e viola

Ecco una parte degli antipasti del nostro pranzo pasquale dedicato ai colori delle peonie! Sono due insalate d’orzo, una da servire preferibilmente tiepida (la bianca) e l’altra rigorosamente fredda di frigorifero (la violetta)!

Partiamo con l’orzo: lessate dell’orzo perlato, scolatelo e lasciatelo raffreddare. L’orzo si gonfia meno del riso, per cui per fare due ciotole bastanti per 5 persone calcolate da 500 a 600 g, considerando che saranno razioni da antipasto!



Insalata viola: barbabietola rossa lessata, yogurt bianco denso, succo di limone, sale, pepe, olio d’oliva.

Le dosi vanno a gusto, ma per 300 g d’orzo (la metà del totale scritto sopra) considerate circa 1 vasetto piccolo di yogurt, 100 g di barbabietola, 1 limone, olio e pepe a piacere. La procedura è semplicissima: si frullano tutti gli ingredienti e si mescola a metà dell’orzo lessato. Si tiene poi in frigorifero fino al momento dell’utilizzo. È un’insalata molto fresca, in cui prevale l’asprigno dello yogurt e del limone.



Insalata bianca: una piccola cipolla, qualche foglia di salvia, circa 150 g di fagioli cannellini lessati, ½ bicchiere di vino bianco secco, olio d’oliva, sale.

Rosolate la cipolla con un poco d’olio e unite dopo poco la salvia tritata grossolanamente. Quando il tutto è appassito unite il vino e salate. Alzate la fiamma per far evaporare l’alcool e aggiungete anche i fagioli. Infine completate con l’orzo, mescolandolo direttamente sulla fiamma per scaldarlo un poco. Questa insalata ha un gusto delicato e morbido, che diventa un’alternativa rispetto a quella viola, decisamente più inusuale! Da vedere assieme poi... sono uno di quei piatti che incuriosiscono e fan venir voglia di prenderne una cucchiaiata per “provare”!

domenica 17 aprile 2011

Torta multistrato fragola e cioccolato!

Oggi ho deciso di postarvi la ricetta per preparare una torta fresca e primaverile, molto golosa e perfetta come coronamento di un buon pranzo domenicale o come sostanziosa merenda pomeridiana.
Evito altre presentazioni perché questa foto parla da sé...

 
Torta multistrato fragola e cioccolato!

Dosi: Un soffice pandispagna da 26 cm di diametro, una tavoletta da 150 gr. di cioccolato fondente di buona qualità,  una decina di fragole grosse e dolci, due cucchiai rasi di zucchero a velo, 500 ml di panna fresca, un biscottone sottile fatto con 4 albumi d'uovo, 100 gr. di burro, 100 gr. di farina, 100 gr. di zucchero a velo, dei lamponi o fragoline per decorare.

Procedimento: Per prima cosa preparate un pandispagna alto e soffice. Nel frattempo passate con il minipimer le fragole tagliate a rondelle insieme ad un cucchiaio di zucchero a velo, fino a farle diventare un purea abbastanza liquida. Fate sciogliere a bagnomaria la tavoletta di cioccolato e intanto montate 3/4 della panna con l'altro cucchiaio di zucchero a velo. Quando il cioccolato sarà tiepido aggiungetene alla panna  un cucchiaio in modo da farle assumere un leggero aroma di cioccolato, riponete quindi il composto in frigo. Aggiungete (senza montarlo) il 1/4 di panna avanzato al resto del cioccolato fuso  in modo da formare una crema abbastanza densa.
Alla fine avrete quindi, una ciotola di crema densa al cioccolato, una ciotola di panna montata e una ciotola di purea di fragole.

Quando il pandispagna si sarà raffreddato tagliatelo a metà e cospargete la metà che farà da base con buona parte della purea di fragole.


Utilizzando la ricetta delle lingue di gatto  preparate quindi un biscottone gigante dello stesso diametro del pandispagna e fatelo cuocere per bene in forno senza però dorarlo eccessivamente.


Quando il biscottone sarà freddo riponetelo sopra la metà del pandispagna che fa da base e poi cospargetelo con la purea di fragole avanzata.


Spalmate in modo uniforme sull'altra metà di torta la crema di cioccolato, quindi capovolgetela e adagiatela delicatamente sopra la base in modo da richiudere la torta.

Infine prendete la panna montata che avevate riposto in frigo e ricoprite tutta la torta aiutandovi con una spatola e poi decorate con dei lamponi o delle fragoline secondo il vostro gusto.


Riposta in frigo fino al momento di servire in tavola, si conserva per un paio di giorni.

Buon appetito!