mercoledì 2 novembre 2011

Ossa di morto!

Visto che oggi è il 2 novembre, mi sembra assolutamente doveroso dedicare questo post agli Scardellini, meglio conosciuti come Ossa di morto...

... durissimi dolcetti spaccadenti che si mangiano solo in questi giorni e che, a detta del F.O.M., sanno come la "pasta delle otturazioni del dentista", il che mi ha fatto dedurre che quest'ultima debba evidentemente essere aromatizzata con i chiodi di garofano...
Io personalmente li adoro e spasionatamente vi dico che se vi capita di passare dalla Sicilia vi conviene andarli a comprare dal panettiere o in pasticceria, perché una volta su due non vengono come dovrebbero se fatti in casa, però insomma se la Sicilia è troppo lontana e volete cimentarvi e provare, eccovi qua la ricetta.

Ingredienti:  100 gr. di farina, 100 gr. di zucchero, 1 o 2 chiodi di garofano, un pezzetto di cannella (facoltativa).

Procedimento: Ridurre i chiodi di garofano e la cannella (facoltativa) in polvere sottilissima con un mortaio, quindi mescolateli insieme alla farina che avrete riposto in una ciotola capiente.
In un altro recipiente fate sciogliere lo zucchero in poca acqua tiepida in modo da formare un denso sciroppo.
Disponete la farina a fontana e versatevi pian piano dentro lo sciroppo mescolando in modo da iniziare ad impastare. Se necessario aggiungete altra acqua fino ad ottenere una palla compatta di pasta.
Modellate quindi la pasta formando dei quadrati o delle ossa (tradizionalmente si tagliano dei piccoli rombi decorati con incisioni trasversali) che poi andranno riposti in un luogo asciutto per due, tre giorni in modo che lo strato superficiale si asciughi e indurisca per bene.

Trascorso il tempo di riposo bagnate la parte inferiore di ciascun biscotto con qualche goccia d'acqua e poi, dopo averli riposti su una teglia ricoperta di carta da forno, cuocete per circa venti minuti a 160 gradi.
Durante la cottura, se tutto è andato bene, lo zucchero si caramellerà fuoriuscendo in parte dal biscotto formando così la caratteristica base più scura e morbida su cui poggerà "l'osso" candido, croccante e quasi vuoto all'interno.

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