Cuocete in forno caldo a 180 gradi fin quando non sarà leggerment dorata in superficie.
Servite fredda o tiepida.
Pasta biscuit per il rotolo: farina g 200, uova 4, zucchero g 180, lievito 1 bustina, acqua 10 cucchiai.
Separare gli albumi dai tuorli. Montare gli albumi con metà zucchero e i tuorli con l’altra metà. Unire l’acqua ai tuorli. Setacciare il lievito con la farina. Amalgamare tutti gli ingredienti in una grossa ciotola, mescolando lentamente dal basso verso l’alto perché non si smontino gli albumi.
Stendete la pasta su una leccarda foderata di carta da forno, dandole una forma rettangolare e tenendo uno spessore di circa ½ cm. Infornate a 180° finché è dorata, ma fate attenzione che non cuocia troppo o si seccherà e nell’arrotolarla si romperà. Togliete dal forno e arrotolate su un canovaccio pulito, lasciandola raffreddare “in piega”.
Crema pasticcera al cioccolato: vi rimando alla nostra ricetta. Ne basta una dose.
Crema ganache per coprire: vi rimando anche qui al nostro post precedente. Vi servono però almeno 200 g di cioccolato fondente.
Foglie al cioccolato: pasta frolla, cioccolato fondente, granella di mandorle.
Stendete la pasta frolla ad uno spessore di pochi millimetri (come per dei biscotti) e ritagliate le forme delle foglie con un coltello. Cuocetele a 180° in forno e lasciate raffreddare. Nel frattempo sciogliete a bagnomaria il cioccolato. Appena è fuso toglietelo dal bagnomarie e mescolatelo molto energicamente, per emulsionare la parte grassa. Distribuitene un poco sui biscotti e completate con la granella. Se di foglie ne fate parecchie, potete poi proporle anche da sole come biscottini per il caffè: sono tanto semplici quanto buoni!
I bigné: bigné (qui per mancanza di tempo confesso che li ho presi già pronti... eresia!!!), crema pasticcera bianca o al cioccolato (comunque una dose va bene), zucchero 200 g.
Caramellate lo zucchero con qualche cucchiaio d’acqua e, mentre il caramello è ancora liquido, immergete i bigné (vuoti!) nella parte alta. Poneteli poi da parte in luogo asciutto, facendo attenzione che non si appiccichino tra loro. Li farcirete all’ultimo minuto (perché non si bagnino e il caramello non si sciolga), inserendo la crema dal basso con la sacca da pasticcere.
Assemblaggio: srotolate delicatamente la pasta e spalmatela con la crema pasticcera al cioccolato. Riavvolgetela e mettetela in figorifero a compattarsi protetta da plastica alimentare. Dopo un paio d’ore preparate il tronchetto. Prendete un vassoio abbastanza grande per contenere il tutto. Togliete dal frigorifero il rotolo e tagliatene un pezzo, per creare il “ramo” e posizionatelo lateralmente rispetto al “tronco”. Coprite la superficie con la ganache (che dovrà essere quasi fredda per poterla spalmare senza che coli) formando l’effetto “corteccia” con il dorso di un cucchiaio. Rimettete il tutto in frigorifero fino al momento di portare in tavola, quando farcirete i bigné e li adagerete lungo il “tronco”, assieme alle foglie!
In attesa di abbuffarvi con i pranzi delle feste, ecco un’insalata leggera e salutare, giusto per sentirsi un po’ meno in colpa quando poi ci/vi dedicherete a dolciumi superdolci e tris e quadris di primi!
Può essere o un piatto unico o un originale antipasto.
Ingredienti per una ciotolona: un bel radicchio rosso travisano, una scatola di caci (in mancanza di quelli lessati da voi...), una bella fetta di pane nero, 4 cucchiai di senape delicata e 1 cucchiaio di miele, un paio di scalogni, olio d’oliva, aceto di mele (o comunque non forte).
Lavate e tagliate finemente il radicchio. Tagliate a bastoncini, a cubetti o come pare a voi la fetta di pane. Subito prima di servire (non fatelo prima se no il radicchio si “smoscia”), in una padella antiaderente rosolate dolcemente lo scalogno tritato con un po’ d’olio. Unite i ceci, la senape, il miele, il sale e un po’ d’aceto e fate saltare il tutto a fiamma vivace per uno o due minuti. In una grossa ciotola mescolate il radicchio e il pane con i ceci e la loro salsa e servite immediatamente.
Eccovi le dosi per 4 persone circa:
fagioli: fagioli neri secchi g 250, peperoncini verdi piccanti 2, olio di semi, un grosso spicchio d’aglio, sale.
umido di verdure: una manioca di misura media, un platano (la banana verde da cuocere), una banana matura, una cipolla, circa 200 g di latte di cocco (si trova in vendita in scatola), uno spicchio piccolo d’aglio, sale, ½ cucchiaino di zenzero in polvere.
“tortillas”: 300 g di farina bianca 00, 150 g circa di farina di mais (io qui ho usato quella bianca, ma va benissimo quella gialla da polenta), due cucchiai d’olio di semi, sale, latte e acqua q.b.
Mettete a mollo i fagioli almeno sei ore prima. Cuoceteli poi a fuoco dolcissimo sommersi d’acqua, con l’aglio schiacciato. Durante la cottura aggiungete il peperoncino privato di buona parte dei semi (sono piccantissimi, lasciatene giusto un pochino) e tagliato a pezzetti. Se dovete aggiungere acqua, fate in modo che sia calda perché per la cottura dei legumi è importante. Salateli solo quando i fagioli sono ben cotti e il liquido si è addensato.
Mentre i fagioli cuociono procedete con le altre verdure. Pelatele o sbucciatele e tagliatele tutte a grossi pezzi, a parte la cipolla che va invece tritata finemente. Mettete il tutto in una pentola dal fondo pesante (io ho usato la pentola di coccio) e coprite con il latte di cocco e con tre bicchieroni d’acqua. Fate bollire finché le verdure sono ben tenere e il liquido si è ridotto a una crema. Salate durante la cottura, senza esagerare perché deve essere di gusto delicato, ma aggiungete lo zenzero solo alla fine.
Per queste “specie” di tortillas procedete come per le crepes: in una ciotola stemperate bene le farine con un misto di acqua e latte, aggiungendone finché otterrete una pastella densa. Unite olio e sale e lasciate riposare un paio d’ore in frigorifero. Poco prima di portare in tavola il tutto, cuocete le tortillas come se fossero crepes, ungendo leggermente una padella antiaderente e caldissima con dell’olio di semi (aiutatevi con un pezzetto di carta assorbente o con una mezza patata) e versandoci ogni volta un mestolo di pastella. Girate la tortilla quando è cotta da un lato, per dorarla anche sull’altro.
Portate in tavola il tutto ben caldo, accompagnandolo con della birra spumeggiante!
Per le crepes vi rimando alla nostra ricetta classica, a cui siamo affezionate.
Crema di marron glacé: 200 g di marron glacé (quelli in pezzi van benissimo), panna freschissima (va bene quella da montare) g 250.
La procedura è semplicissima. Tenete da parte un paio di marron glacé. Tutti gli altri frullateli con la panna, in modo da ottenere una crema fluida. Versate in una ciotolina e decorate con i frutti tenuti da parte. Conservate la crema in frigorifero fino al momento di usarla. È facilissima e molto golosa e la potete usare anche per farcire pasticcini, torte, rotoli e ... il panettone!!!!
Banane alla cannella: due banane, 80 g di burro, 80 g di zucchero di canna grezzo (quello umidiccio e che profuma vagamente di liquerizia), una generosa spolverata di cannella.
Subito prima di servire le crepes, tagliate le banane in pezzetti (io come al solito le taglio in bastoncini). In una pentola antiaderente sciogliete il burro. Unite le banane, lo zucchero e la cannella e fate saltare qualche minuto a fuoco molto alto. La frutta deve solo scottarsi, ma restare cruda all’interno.
Portate in tavola le crêpes calde con le varie farciture in ciotoline colorate, comode per esser provate meticolosamente una dopo l’altra. Ah... e non dimenticatevi il tè!
Il cioccolato da usare è il classico fondente (al 40%, poco più poco meno) di cacao. Van bene anche tutti quelli con dicitura “cioccolato da copertura”. La glassa si può fare con la panna, col latte e anche con l’acqua! Oltre che per glassare, potete usare la ganache anche per farcire le torte: cioccolato dentro e cioccolato fuori insomma!
Con la panna: cioccolato fondente 200 g, panna fresca (ok quella da montare) g 125
Con il latte: cioccolato fondente 200 g, latte g 100
Con l’acqua (un po’ più triste) per gli allergici al latte: cioccolato g 200, acqua g 100, olio di semi 1 cucchiaio.
Tagliate a pezzetti il cioccolato (ne esistono in commercio dei tipi già in “pastigliette”, pensati apposta per esser sciolti). In un pentolino, portate a bollore il liquido scelto. Se è il latte, toglietegli la “pelle” e buttatela. Allontanatelo dal fuoco e buttateci tutto il cioccolato. Lasciate riposare un paio di minuti perché il cioccolato si sciolga, quindi mescolate finché il composto è perfettamente omogeneo, senza più grumi. Ora la ganache è pronta per essere versata sui dolci da coprire.
Le torte o i pasticcini da glassare devono essere ben livellati e tagliati in modo regolare. Per avere una superficie liscissima, l’ideale è ricoprire prima il dolce con un disco di marzapane tirato col matterello e distribuire poi il cioccolato aiutandosi con una spatola. È fondamentale poter appoggiare la torta su una griglia, per lasciar cadere la ganache in eccesso.
Qui l’ho usata su una torta al grano saraceno, farcita di yogurt. Per disegnare le onde ho aspettato che fosse quasi solida e l’ho “mossa” con un cucchiaio disegnando dei grandi cerchi.
La pentola è ovviamente quella di coccio, riservata alle carni. Io poi ho quella per le verdure, quella per i dolci ecc. Il coccio, si sa, tiene i sapori! Se non avete una vostra pentola di coccio “del cuore”, usate pure una casseruola dal fondo pesante o, magari, addirittura in ghisa! La pentole di ghisa e il coccio, una volta sul fuoco, sono amiche e parenti. Solo nelle favole si odiano.
Ingredienti (le dosi sono approssimative e posson bastare per 4 persone): polpa scelta di bovino adulto (quella che usate per gli spezzatini) g 500, una cipolla, uno spicchio d’aglio, due carote, 50 g di uvetta, 400 g di pere non molto mature, sale, olio d’oliva, una spolverata di cardamomo e di cannella.
Schiacciate bene l’aglio (io uso il solito mortaio, quello destinato ormai solo all’aglio, perché conserva un certo profumo...), tagliate a spicchi la cipolla, a bastoncini le carote. Se però preferite tritare il tutto come per un battuto, per questa volta vi perdono, ma l’effetto finale NON è lo stesso. Tagliate a pezzi anche la carne e mettetela a rosolare qualche minuto in pentola con un filo d’olio e le verdure già tagliate. Versate acqua fredda quanto basta per coprire a filo la carne, aggiungete le pere pelate e tagliate a spicchi sottili, l’uvetta e le spezie. Coprite con un coperchio e lasciate cuocere a fuoco dolcissimo per un paio d’ore, finché la carne è tenerissima e il liquido è diminuito. Solo verso fine cottura aggiungete il sale. Il risultato dovrà essere un umido immerso in abbondante sugo, con le verdure e la frutta talmente morbide da disfarsi.
A mio parere non sarebbe un piatto da accostare a dei vini, ma se proprio ci tenere, sceglietene uno profumato ma non troppo corposo, eventualmente un rosato.
Ingredienti per 5 o 6 persone: fagioli borlotti secchi 200 g circa, zucca (meglio quelle a pasta compatta, ma non è fondamentale) circa 700 g, due bei radicchi rossi trevigiani, olio d’oliva, due spicchi d’aglio, un pezzetto di grasso di prosciutto (o di pancetta), qualche pezzo di cotenna di maiale, formaggio grana a scaglie (per servire), sale e pepe.
Lasciate a mollo in acqua i fagioli per una notte perché si reidratino. In una pentola dal fondo spesso, mettete il grasso del prosciutto a rosolare a fuoco dolce, assieme all’aglio tritato finemente. Appena sono leggermente dorati, unite i fagioli e le cotiche e coprite tutto d’acqua fredda. Il volume d’acqua che mettete dovrà essere pari a quello dei fagioli. Cuocete a fiamma moderata, mescolando spasso. Quando i fagioli sono teneri unite la zucca tagliata a pezzi e proseguite la cottura finché è tenera. Togliete dal fuoco e, con l’aiuto di un mestolo, schiacciate buona parte dei pezzi di zucca. Solo a questo punto salate e, se vi piace, pepate leggermente. La zuppa deve risultare spessa, per cui se fosse troppo liquida lasciatela sul fuoco a bollire senza coperchio per addensarla.
Poco prima di servire lavate e tagliate a pezzetti piccoli il radicchio (non limitatevi a tagliarlo a fette perché poi i filamenti nella zuppa risultano fastidiosi). In una padella antiaderente fate saltare a fuoco vivace qualche minuto il radicchio con l’olio d’oliva. Devono appassirsi le foglie, ma con la parte bianca ancora croccante. Al momento di servire versate la zuppa nei piatti (o nelle ciotole) individuali, completando con un paio di cucchiai di radicchio e con formaggio grana a scaglie. Nel mangiarla il croccante e l’amaro del radicchio si mescolarano con il sapore morbido della zucca formando un piacevole contrasto.
Ingredienti: 800 g formaggio cremoso (tipo philadelphia), 200 g zucchero, 3 uova intere, 50 g maizena (amido di mais), 200 g pere, 150 g giuggiole cotte e denocciolate (200 crude), 80 g burro, 150 g biscotti.Tagliate a dadini le pere e cuocetele con le giuggiole, unendo un goccio d’acqua. Durante la cottura aggiungete acqua se serve, ma fate attenzione che la frutta resti piuttosto asciutta. Quando è cotto, togliete dal fuoco.
In una capiente ciotola unite formaggio, zucchero, maizena, uova e 2/3 della frutta. Frullate tutto con un mixer in modo da ottenere una crema. Unite a questo punto la frutta rimasta e mescolate.
A parte fondete il burro e sbriciolate finemente i biscotti (io uso uno dei mortai della mia collezione). Unite al burro i biscotti. Foderate i bordi di una teglia ad anello di carta da forno e versate sul fondo il composto di biscotti, schiacciandolo delicatamente con un cucchiaio in modo da formare la base della torta; fate in modo che salga sui bordi per almeno ½ cm. Versate la crema di formaggio e infornate a 170° per un’ora abbondante. La cheesecake sarà cotta quando anche il centro della torta si sarà gonfiato e, immergendovi uno stuzzicadenti, uscirà asciutto.
Lasciatela raffreddare completamente e tenetela qualche ora in frigorifero prima di servirla.